Fabrizio da Milano ha avuto l’opportunità di visitare la nostra Casa N.P.H. in Honduras, il Rancho Santa Fè, ed è rimasto molto colpito dall’atmosfera di affetto e sicurezza di questa “grande famiglia”: pubblichiamo la sua testimonianza.
“Eccomi qua, passando dai grattacieli di Miami alla Messa con cinquecento bambini del Rancho Santa Fè in Honduras nel giro di poche ore. Il cambio di scena crea un contrasto che non riesco a paragonare a nulla che appartenga alla realtà. Nelle prime file ci sono gli “speciales” (bambini che hanno bisogno di cure particolari) e una decina di persone anziane (tra cui il simpaticissimo Santiago, con qualche impedimento fisico, ma con la voglia di vivere di un adolescente) e poi indietro i tantissimi bambini e ragazzi accolti nella Casa.
Sentirli cantare tutti assieme, così come vederli abbracciarsi invece che stringersi semplicemente la mano come segno di pace sono altre scene che mi fanno immediatamente immergere in questa realtà di una famiglia grande e unita. Mi siedo timidamente vicino a Pablo e scatta la prima domanda che non mi aspetto “ma tu hai una famiglia in Italia?”. Certo che ce l’ho. Praticamente tutte le persone che conosco ne hanno una. Ovviamente per Pablo quella è la cosa più importante, perché una vera famiglia non l’ha mai avuta.
Una famiglia non l’ha avuta neanche Karla. Sua mamma l’ha abbandonata all’età di tre anni per scappare negli Stati Uniti, lasciandola da sola in uno dei quartieri più pericolosi di Tegucigalpa. O Carmen, una bambina dolcissima, che è stata accolta assieme ai suoi quattro fratelli, perché la madre, dipendente dall’alcol, non era in grado di prendersi cura di loro. Non c’è da sorprendersi se tutti questi bambini adorano Stefan, il direttore della Casa, che li conosce ad uno ad uno proprio come se fossero suoi figli.
Il momento più bello della giornata sono le 18, quando all’imbrunire vado a cena in una delle casette dove alloggiano le bambine dai nove agli undici anni. Fanno domande sull’Italia, e vogliono che canti in continuazione canzoni italiane, soprattutto “La Solitudine” di Laura Pausini. Si chiedono se il Marco della canzone sia lo stesso mitico “panadero” che qualche mese fa è venuto al Rancho Santa Fe per costruire una panetteria e insegnare ai ragazzi più grandi a fare il pane.
Le celebrazioni di due giorni per l’anniversario di Padre Wasson e le Olimpiadi con i giochi che hanno coinvolto centinaia di bambini, dipendenti e volontari sono state bellissime. Le Olimpiadi per loro sono quelle, non sono altre ed allora scatta un’altra domanda a cui è difficile dare una risposta “Anche voi fate le Olimpiadi tutti gli anni?” Noi chi siamo? Ma le vere Olimpiadi sono queste del Rancho Santa Fè o quelle di Londra per un bambino che vive lì dentro da 12 anni ed ha due giorni di Olimpiadi all’anno con la sua famiglia allargata di centinaia di persone?
Il tempo vola e mentre aspetto la macchina per tornare in aeroporto vedo tutti i bambini che stanno andando a scuola. Axel, un piccolo di rara curiosità ed intelligenza, corre verso di me per salutarmi ed abbracciarmi per l’ultima volta.
Qualche ora di Miami questa volta mi servono da cuscinetto per rientrare alla mia vita di tutti i giorni.
Adios Rancho Santa Fe!
Fabrizio
Ci sono tanti bambini nella Casa N.P.H. Honduras che sono in attesa di un padrino o di una madrina! Aiutaci e passaparola!
Per informazioni sull’adozione a distanza Fondazione Francesca Rava – N.P.H. Italia Onlus Telefono: 02/54122917 – email: padrini@nph-italia.org
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