
Stefania Mosoni, dell’Ufficio Padrini della Fondazione, si è recata a luglio nella Casa N.P.H. Guatemala a St. Andres Itzapa, per accompagnare Alexis, un pequeño da anni in Italia, accolto da una cara famiglia di volontari di Padova della Fondazione, per urgenti cure mediche. Alexis dopo anni di attesa nel 2010 ha avuto il dono di un trapianto di rene e ora sta molto meglio, tanto da decidere di tornare alla sua casa per rivedere le sue Tias, i suoi compagni, insomma la sua famiglia e per prestare come “hermano mayor”, secondo la filosofia N.P.H., un piccolo periodo di servizio come assistente ai bambini più piccoli. Per lui arrivare è stato un momento di grande gioia, ha potuto riabbracciare tutti i suoi fratelli e sorelle della Casa N.P.H.

Alexis (sulla sinistra) con due amici della Casa N.P.H. Guatemala
Stefania racconta: “Sono stati giorni intensi e ricchi di emozioni. Mi ha riempito di gioia e orgoglio vedere la serenità dei bambini all’interno della Casa St. Andres: il Guatemala purtroppo è un Paese che versa in una situazione di grande povertà e violenza, ma N.P.H., grazie al prezioso aiuto dei tanti padrini e madrine, accoglie nella sua Casa Orfanotrofio 350 bambini orfani o abbandonati e dà loro la speranza di un futuro migliore.

Una bimba nel “Comedor”, il grande refettorio della Casa N.P.H.
Ancora prima di entrare nella Casa St. Andres ho potuto percepire l’atmosfera di questa grande famiglia, vedendo la gioia, l’entusiasmo e la commozione con cui Alexis è stato accolto da Ismar, il suo insegnante, che è venuto a prenderlo all’aeroporto e dai ragazzi più grandi, che abbiamo incontrato durante il tragitto.

I bambini nel cortile della scuola all’interno della Casa N.P.H.
Conoscevo la struttura della Casa dalle descrizioni, ma non immaginavo degli spazi così grandi: St. Andres è proprio una sorta di piccolo “villaggio” fatto di casette ed edifici in mattoni rossi e circondato da una natura rigogliosa. Un piccolo villaggio molto attivo: già la mattina prestissimo, verso le 5, sentivo le voci e le risate dei bambini che si recavano a fare colazione nel “Comedor”, un grande edificio che funge da mensa e da spazio per gli eventi e le attività della Casa.

In classe!
Gli orari della scuola vanno dalle 8 alle 13, ma già dal primo giorno ho avuto l’opportunità di conoscere alcuni dei bambini durante la ricreazione. I più piccoli, come Tony, che è sempre il primo a uscire fuori dalla classe dopo la lezione per correre a giocare, cercavano un abbraccio mentre quelli più grandi, quando hanno saputo che venivo dall’Italia, mi hanno fatto tante domande sui loro padrini e sul Paese e hanno voluto imparare qualche frase in italiano. Ho portato ai bambini i saluti dei loro padrini e delle loro madrine, cercando di trasmettere l’affetto con cui li sostengono e gli sono sempre vicini con il pensiero, nonostante la grande distanza.

Alexis e Stefania insieme a una volontaria e due bimbi
Mi ha colpito molto il senso di responsabilità che hanno i bambini, sin da piccoli; infatti ciascuno ha dei piccoli compiti nella Casa, dal lavare e riordinare i propri vestiti all’aiutare per un paio d’ore alla settimana nella “fattoria”.

Una bambina durante l’ora dedicata all’aiuto nella fattoria e negli orti
Nel terreno della Casa ci sono infatti campi coltivati e allevamento di maiali, mucche e capre, grazie ai quali si produce parte del cibo necessario per il mantenimento dei bambini. I più grandi inoltre frequentano dei laboratori professionali, falegnameria, carpenteria, panetteria, elettricità, cucito e cucina. Il giorno dopo il mio arrivo li ho visitati e ho parlato con alcuni dei “pequeni”, tra cui due fratelli, Luis Josè e Victor Hugo. Hanno caratteri totalmente opposti, Luis José allegro ed estroverso, mentre Victor Hugo più timido e riflessivo, ma sono molto uniti, li ho visti sempre insieme.

Una lezione nel laboratorio di cucina della Casa N.P.H.
Ovviamente la giornata non è fatta solo di “dovere”: i momenti di gioco sono tanti e le attività sono molteplici, dallo sport all’arte e alla musica. Iris Yoanna, una delle ragazze più grandi, mi ha raccontato con grande entusiasmo che il suo gruppo sta preparando “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare.

In scena!
Sabato pomeriggio inoltre tutti i bambini della Casa, dopo mesi di prove, hanno realizzato un bellissimo spettacolo di ballo per salutare i volontari in partenza, che hanno passato con loro un anno e dare il benvenuto ai nuovi arrivati.
Dopo questa esperienza ho capito ancora di più perché i progetti di N.P.H. si chiamano Case e non Orfanotrofi: perché ogni bambino, come Alexis, con la sua storia, ed il suo bagaglio di dolore e gioia, i suoi fratellini e sorelline, non è un numero ma una persona.
Il tempo è volato e mi è dispiaciuto molto ripartire, ma spero di poter tornare presto, accompagnando un gruppo di padrini e madrine!

Ci sono tanti bambini nella Casa N.P.H. Guatemala che sono in attesa di un padrino o di una madrina! Aiutaci e passaparola!
Per informazioni sull’adozione a distanza Fondazione Francesca Rava – N.P.H. Italia Onlus Telefono: 02/54122917 – email: padrini@nph-italia.org
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